Sono davvero pochi i bambini che oggi non frequentano quella che, fino a poco tempo fa, era la Scuola Materna e che oggi ha preso il nome di Scuola dell’Infanzia.
Oramai non sono più solo le esigenze lavorative a portare i genitori alla scelta di far frequentare questa scuola: è la valutazione consapevole che questa esperienza concorre in pieno all’educazione del proprio figlio, alla costruzione di un’identità individuale e sociale, nonché allo sviluppo di competenze che oggi sono sempre più accompagnate che indotte.
Una scuola che non è più un “sostituto” della famiglia, della madre; non è più “Materna”, ma si è appunto riappropriata di quella dignità che la vede come una scuola dei bambini e per i bambini.
Questo certo fa onore ai genitori, ma un’ insidia si nasconde dietro l’angolo; o meglio sarebbe dire “ dietro il cancello della scuola”! Parlo proprio del SENSO DI COLPA di mamma e papà nell’ “abbandonare” il proprio bimbo, soprattutto durante il periodo iniziale, quello dell’inserimento.
E anche chi, intrepido e combattivo, riuscisse a non lasciare che i rimorsi lo sopraffacciano, nulla comunque potrebbe davanti al “dolce” e “innocente” modo del bambino di farci notare il proprio disappunto: oltre alla forza sovraumana di un piccolo Hulk, con la quale si attaccano a collo, braccia, polpacci e all’occorrenza anche a capelli e borse ( ho assistito personalmente ad un bimbo aggrappato ad un orecchio), sviluppano un pianto ad hoc che non può non stringere il cuore.
Sdrammatizzare è utile, ma a volte questi sono veri e propri disagi che le famiglie si trovano ad affrontare.