Molto spesso con la nascita di un bambino i genitori si trovano ad affrontare il caro e spinoso dilemma se affidarlo alle cure di un asilo nido o dei nonni, quando la mamma dovrà tornare al lavoro.
I fattori che guidano in questa scelta sono molteplici: economici, affettivi, organizzativi…ma molto spesso ci si dimentica di fare anche un’analisi educativa della questione.
Non c’è una scelta giusta ed una sbagliata! In questo articolo provo a spiegare perché un asilo nido, laddove venga scelto, possa rivelarsi un valido aiuto per la famiglia e quali sono le caratteristiche (pedagogiche, cioè educative) alle quali prestare attenzione quando si sceglie la struttura dove inserire il proprio bimbo.
L’ATTENZIONE DEDICATA AI GENITORI
L’asilo nido dovrebbe essere un servizio educativo attento ai suoi ospiti ma anche ai genitori.
Il nido risulta, nella particolare fase che sta vivendo la famiglia, un valido aiuto e un sostegno per i genitori.
Il nido da parte dei genitori dovrebbe quindi essere una scelta consapevole dei vantaggi che porta allo sviluppo armonico del proprio bambino ma anche dei vantaggi che in primis sono rivolti (o dovrebbero esser rivolti, visto che molto spesso questa attenzione è dimenticata) a loro come figure genitoriali.
I nidi danno luogo ad un’azione preventiva che ha il compito di mediare le possibili difficoltà relazionali e di supportare la famiglia nella problematicità del vivere quotidiano, contenendo e sostenendo l’ansia che si crea nelle figure genitoriali.
L’asilo nido si rivela quindi essere una scelta di cura consapevole anche nei riguardi del genitore che troverà proprio nell’esperienza e nel contatto quotidiano con educatori esperti la possibilità di confrontarsi sulla realtà infantile con cui, magari, è al primo approccio.
LA PEDAGOGIA NON DEVE ESSERE UN CONTORNO…
L’asilo nido ha subito negli anni una profonda trasformazione che l’ha portato ad essere sempre più un’istituzione dai significati profondamente educativi.
E’ con la Legge 1044 del 1971 che per la prima volta si sancisce il dovere di intervento da parte dello stato nel settore dell’educazione della prima infanzia. Con questa legge si inizia a delineare un servizio aperto a tutti i bambini e non solo a quelli in condizioni di bisogno o di svantaggio, e con caratteristiche educative, formative, con una chiara impronta pedagogica, dotato di personale qualificato.
E’ questa la sfida dei nidi oggi: dimostrare attenzione pedagogica per la cura, la formazione e l’educazione dei piccolissimi in un rapporto di continuo dialogo e scambio con la rete sociale in cui i bambini sono inseriti e in primo luogo, con la famiglia.
L’obiettivo è progettare una pedagogia dello star bene.
LE FIGURE EDUCATIVE
Naturalmente questi cambiamenti che abbiamo elencato, non potevano non prevedere anche un cambiamento della figura professionale presente nel servizio: da figura assistenziale a figura con funzioni educative complesse nei confronti del bambino e di tutto il suo sistema di appartenenza.
L’educatore ha un progetto consapevole con finalità, mezzi e strategie particolari da mettere in atto secondo un’intenzionalità pedagogica.
La figura dell’educatore si concretizza in alcune competenze che determinano la sua qualità professionale come saper lavorare sulle relazioni, sulla conoscenza del bambino, sulla gestione e l’organizzazione della quotidianità.
Nel lavoro di cura che l’educatrice svolge nei confronti dei bambini sostanziale è la sua progettualità. Questo è ciò che la differenzia dalla madre che, il più delle volte, agisce inconsapevolmente.
…insomma, qualunque scelta venga fatta per la cura del proprio bimbo è indispensabile essere consapevoli che si sta facendo una scelta educativa!!!
E voi? Quale scelta avete deciso di fare?
Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a farla?
Dott. ssa Rossetti Laura
Dott.sa Rosangela Mendicino
consulenti pedagogiche
www.amacchiadolio.it
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