Non tutti sanno che io me ne sono andata di casa a 25 anni. Poco male, direte voi, “a 25 era pure ora”. È giusto come ragionamento, ma andarsene di casa picchiata da tuo padre perchè ubriaco non è tanto normale, comunque l’ho fatto ed ora a distanza di quasi sei anni ho il coraggio di scriverlo per scacciare questo mostro che ho dentro e mi logora ogni giorno che passa.
Bisogna avere coraggio e non nascondersi dietro ad una famiglia apparentemente bella.
Ecco, così si presentava la mia famiglia in pubblico, poi però dentro le mura di casa era ben diverso, c’era il terrore.
Un padre è una figura genitoriale che ti deve amare proteggere e non terrorizzare, invece con il mio era così ma non solo con me anche con mio fratello sin da quando eravamo piccoli. Lui ha sempre avuto un carattere nevrotico, quasi schizzofrenico, in casa non potevi ridere o scherzare perchè lui credeva che stavi parlando male di lui, non potevi inizare un discorso che per lui era fonte di litigio e la situazione peggiorava se usciva e rientrava ubriaco, ti dovevi chiudere in camera a chiave sentendo lui che urlava. Negli anni ho imparato a proteggere mio fratello mettendomi in mezzo quando toccavano a lui le litigate, alimentando il suo odio nei miei confronti, crescendo poi smise di prendersela con mio fratello e si focalizzava solo su di me.
Nella sfortuna, sono stata anche fortunata perchè si è limitato solo alle botte.
Ho vari traumi per colpa sua, la cosa che mi faceva più rabbia non erano tanto le sue botte ma il fatto che mia madre lo giustificasse sempre.
Ho sempre colpevolizzato mia madre perchè accettava di stare con suo marito nonostante picchiasse i figli senza motivo, sbagliavo, questo me lo ha fatto capire un’amica che mi disse: “NON FOCALIZZARTI SUL PERCHè TUA MADRE HA SCELTO DI STARE CON TUO PADRE, è UNA SUA SCELTA NON LA PUOI GIUDICARE, MA FOCALIZZATI SU CHE COSA VUOI TU E RIINIZIA DA Lì, CERCA DI TROVARE UNA STRADA GIUSTA PER TE, SPENDI LE TUE ENERGIE PER QUELLO E NON PER GIUDICARE TUA MADRE”, parole che all’inizio sono state come uno schiaffo però con la consapevolezza del dopo sono state una salvezza.
Ho ripreso in mano la mia vita mettendo al centro me stessa e non più gli altri, senza sensi di colpa e senza la paura di essere giudicata, ho ripreso a studiare, che nel frattempo avevo mollato, ho riiniziato a coltivare le mie amicizie (ben poche perchè come succede spesso quando hai difficoltà pochi ti rimangono accanto).
Poi ho conosciuto mio marito, gli ho chiesto aiuto e lui senza pensarci due volte mi ha aiutato portandomi a casa sua. Me lo ricordo ancora, era un pomeriggio in cui io mi stavo preparando per uscire con lui, dovevo passare l’aspirapolvere per lasciare casa sistemata evitando così di litigare con mia madre. Passata in altre stanze andai in salone dove c’era mio padre seduto a guardare la tv e solo perchè gli dissi: “Papà alza i piedi che io passo l’aspirapolvere, non c’è bisogno che ti muovi” iniziò il delirio. Ma quel giorno qualcosa scattò in me, non rimasi più ferma e terrorizzata, inizai a rispondere pure io ai suoi calci e ai suoi pugni e visi la sua faccia sbalordita. Lo vedevo lì, con i pugni fermi come un pugile che si trova sul ring ad aspettare la mossa falsa del nemico, aspettò che io mi stancassi e mi colpì alle costole lussandomene due. Mi urlò dicendo: “E ti credevi di essere più forte di me?”, non ce la feci più, chiamai il mio fidanzato Ivano urlandogli per telefono: “Vienimi a prendere che non ce la faccio più”.
E me ne andai, passai prima dal pronto soccorso e mi riscontrarono due costole lussate. Non è stato semplice, perchè, quando mi trasferii a casa sua, tutta la mia famiglia e dico tutta (zii e zie compresi) non mi parlò più. Però questo silenzio non mi ha fermato, sono andata avanti per la mia strada, con il mio amore che mi sosteneva e la sua meravigliosa famiglia che mi ha aiutato. Ora sono sposata e madre di due bimbe, il rapporto con i miei genitori e il resto della famiglia l’ho recuperato, grazie anche ai miei suoceri che nonostante tutto mi hanno sempre detto: “Loro sono sempre i tuoi genitori”.
Non colpevolizzo più mia madre, ma con gli occhi di una madre cerco di comprenderla. Con mio padre? Beh che dire, basta non vederlo più di una volta al mese. Nonostante tutto, a mio padre non gli ho mai negato il contatto con le mie figlie, saranno loro a giudicare senza essere influenzate, forse sbaglio, ma la penso così, ho due bimbe intelligenti che un giorno saranno capaci di avere una propria opinione, e io non le influenzerò mai.
Vi ho raccontato in breve la mia esperienza, un po’ per sfogarmi ed un po’ per aiutare chi sta vivendo una situazione di violenza, se si vive una situazione di disagio non sempre è colpa nostra e non bisogna nascondersi per paura di essere giudicati, ma bisogna cercare aiuto, c’è sempre qualcuno pronto a tenderti una mano. La forza la dovete trovare in voi stessi e non sperare che te la diano gli altri.
L’unico modo per chiedere aiuto è DENUNCIARE!
DENUNCIATE, DENUNCIATE, DENUNCIATE, FATELO PER VOI STESSI E PER I VOSTRI FIGLI!
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Questa testimonianza vuole essere il nostro contributo alla Giornata contro la Violenza sulle Donne. Parlarne è l’arma più potente che abbiamo contro il silenzio che giustifica la violenza nelle mura domestiche. Ringraziamo la nostra blogger Enisla per essersi aperta e aver portato la sua fortissima esperienza.
E’ una testimonianza molto forte e ti ammiro molto per aver raccontato la tua storia con grande pacatezza e lucidità. Grazie! k.
Grazie cara, non è stato facile. Pensa che non sono riuscita a pubblicarlo sul mio profilo, forse un giorno ci riuscirò per ora scriverlo è stato tanto.
Per tutta la mia vita mi sono sentita inutile cose del genere ti annientano a tal punto che ancora adesso ne pago le conseguenze, con insicurezza, rabbia, aggressività, paura che chi mi circonda ce l’abbia sempre con me e isolamento totale per paura di affezionarmi e soffrire conseguenze disastrose che ti portano a star male dentro.
Ci sto lavorando e tanto, ci vorrà tempo, piano piano ce la farò.
Mi consolo perchè nella mia sfortuna sono stata un pò fortunata perchè si è limitato solo alle botte e agli insulti.
Grazie mille Khadi.