Questo è stato un anno particolare per la mia famiglia: mia figlia Alice ha iniziato la scuola primaria, tante novità per tutti noi, non solo per la diretta interessata, molti dubbi e anche una buona dose di ansia.
Uno dei grossi cambiamenti è stato senza dubbio il diverso rapporto con le insegnanti: con la maestra della scuola materna avevamo un rapporto personale quotidiano, mentre alla Primaria si comunica attraverso il diario.
Per questo abbiamo aderito con piacere ad un progetto che ci è stato presentato dalle maestre: La pedagogia dei genitori.
Che cosa abbiamo fatto durante gli incontri ‘La pedagogia dei genitori’
Si tratta di sessioni di gruppo genitori-insegnanti, quest’anno ne abbiamo svolte tre di circa un’ora e mezzo ciascuna; durante questi incontri viene proposto un tema riguardante i propri bambini e il rapporto con loro e ciascuno dei partecipanti, quindi anche le maestre, è chiamato a parlare in merito.
Le regole del gioco
Durante il primo incontro ci hanno spiegato che questa metodologia prevede l’applicazione di poche e semplici regole:
- si parla a turno
- non si interrompe
- il tema deve essere affrontato dicendo solo cose positive
La prima volta che si partecipa viene richiesto di presentare il proprio bambino, sempre seguendo la regola della positività.
Che cosa mi è piaciuto
Anche le insegnanti, cui spetta di volta in volta definire il tema, sono a loro volta narratrici e raccontano del loro essere genitori e dei propri figli, questo si è rivelato un bel modo per conoscerle di più e stabilire con loro un rapporto fiduciario più profondo.
Il fatto di parlare al positivo mi ha poi consentito di esprimere cose che non avrei altrimenti tirato fuori, ovviamente non è difficile per me parlare bene di mia figlia, dire solo il positivo. Ma troppo spesso, e questo è molto vero, ci concentriamo su difetti, debolezze, cose da correggere e migliorare. Anche durante i colloqui con gli insegnanti spesso, per questioni di tempo, si parla tanto delle cose che non vanno e meno del bello che c’è nei nostri piccoli.
Credo che questi incontri siano anche utili per le maestre: danno loro la possibilità di conoscere meglio i bimbi, valutandone aspetti magari non così evidenti, e le loro famiglie. Una bella occasione per porre in essere un’alleanza destinata a durare 5 anni.