Ricordo ancora il mio Halloween americano. Diciamo che era anche il primo Halloween vero, quello tanto pauroso quanto divertente. Quello che l’aria già profumava di Halloween agli inizi di settembre. Quello che, “Ma tutto questo è vero? Allora le fiction hanno proprio ragione!”.
Era il settembre del 2009 quando una giovane ragazza faceva il suo ingresso alla Midwestern State University di Wichita Falls, una ridente località texana. E indovinate cosa l’ha impressionò più di tutto e tutti?
Gli americani? – No!
La vita del college? – No!
Gli spazi immensi – No!
I giocatori di football americano? – No!
Le zucche? – Si! PUMPKIN ovunque, wow!!!
A settembre il verde prato dell’università era costellato di zucche arancioni dalle svariate forme e dimensioni. E, in mezzo a loro, faceva capolino un timido spaventapasseri. Stupendo! Giorno dopo giorno, le ville del quartiere iniziavano a mutare aspetto passando da uno stile chic ad uno stile horror. Stupendo!
Nei vari negozi, come Hobby Lobby (un negozio di hobbistica) o Walmart (la catena di supermercati più famosa negli USA), era possibile trovare la qualunque per trascorrere un tranquillo pomeriggio di paura. E la cosa bella era che più la festa si avvicinava più i prezzi diminuivano. Stupendo!
Giorno dopo giorno, la mia voglia di vivere quella festa in terra straniera, e che terra, cresceva sempre più dentro di me. Passeggiavo tra villette dagli scenari macabri con lapidi piantate qua e là, tombe scoperchiate con qualche mano che spuntava. Alla fine non capivi se era tutta finzione o se qualche fondo di verità poteva esserci. In fin dei conti parliamo dell’America, dove tutto è possibile, anche l’inverosimile.
Il pomeriggio del 31 ottobre mi sono unita ad un gruppo di bambini che passeggiavano per il quartiere a suon di TRICK OR TREAT. Eravamo in un residence sorvegliato, quindi tutto era abbastanza tranquillo anche se decisamente pauroso. Il bello dell’America è che l’eccesso non è trash ma cool. Così tra zombie che ci rincorrevano, ossa che spuntavano da ogni dove, innocue casalinghe che ci minacciavano brandendo rumorose seghe elettriche, siamo tornati a casa con un bottino ricco di dolciumi. Cioè i bimbi hanno portato a casa il loro bottino, io sono rimasta ad osservare tutto con gli occhi sbalorditi dell’italiana ed ho portato a casa un’esperienza che mi rimarrà per sempre nell’anima e un bel po’ di foto nella reflex.
La sera poi, quando il buio totale aiutava l’immaginazione a trasformare anche un semplice albero in un mostro, abbiamo partecipato ad una festa horror. Niente di trasgressivo ovviamente, ma tutto perfettamente curato nei minimi particolari. E così tra un piede sanguinante, un dito ciocciottoso ed altri cibi disgustosi (solo alla vista perché erano veramente molto buoni. Dovevi, però, riuscire a superare il primo impatto e non era cosa da poco) siamo tornati a casa sazi e felici.
Halloween in America è un’esperienza più unica che rara. Noi siamo ancora molto indietro da questo punto di vista, ma un piccolo passo in avanti lo stiamo facendo anche quì. Voi dove porterete i vostri figli? Mi raccomando, ricordatevi la frase magica, TRICK OR TREAT… Happy Halloween…