Perché io sono pro tecnologia
Non ce n’è, come le mamme di oggi sono multitasking, i bambini di oggi sono una generazione multischermo, bambini dell’era degli smartphone dei tablet e delle macchine fotografiche digitali. Sono “nativi digitali”, come afferma il famoso sociologo Mark Prensky, ovvero bambini nati, cresciuti a pane e tecnologia, vissuta come elemento naturale e integrante nella quotidianità, non è possibile pretendere di portarli controtendenza. Cresceremmo bambini già vecchi.
Con questo però tengo a precisare che sono una mamma pro giochi manuali, di simulazione e sportivi.
Credo che il tutto stia nel giusto equilibrio. Senza parlare di tecnologia, se un bambino passasse tutto il suo tempo ad effettuare dei giochi da tavolo o foss’anche dei giochi in solitaria, come bambole e macchinine, non sarebbe ugualmente poco educativo? Come recita un vecchio detto: il troppo stroppia qualunque sia l’argomento trattato.
Ed è, in parte, ciò che afferma anche Giusepper Riva, docente in psicologia dei nuovi media presso l’università Cattolica di Milano, il quale a dispetto del pensiero di molti suoi colleghi sottolinea che il vantaggio nell’utilizzo dei device tecnologici sono nettamente superiori ai rischi, sempre che il tutto venga monitorato con saggezza da un adulto.
Senza arrivare ai prof. universitari, basti pensare che ad oggi in molte scuole primarie è stato introdotto il tablet come strumento per l’apprendimento anche in classe.
Inoltre noi siamo il “buon esempio”. Debbono esserci delle regole. Come per la televisione, per il tempo massimo da impiegare per mangiare una pietanza o anche il tempo massimo per fare i compiti (di quest’ultimo argomento ve ne parlerò nel post del 16 dicembre). Regole quindi per i bambini ma anche per noi, incentivando sempre il dialogo e l’interazione adulto bambino, anche durante l’utilizzo della tecnologia, per non far vivere i device come un miraggio irraggiungibile ed aspirazionale.
Ciò di cui bisogna rassegnarsi è che oggi
abbiamo di fronte bambini moderni, molto più svegli e veloci dei rispettivi coetanei delle generazioni precedenti, abituati a comunicare con un linguaggi fatti di gesti, suoni e simboli totalmente rivoluzionari rispetto ai parametri adulti (Bambini multimediali a cura di Marina D’Aamto)
Insomma, inutile negarlo noi per prime partoriamo figli geneticamente modificati alla tecnologia.
E voi, siete pro o contro la tecnologia per i bambini?
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