Anche se molte donne non si pongono nemmeno il problema di scegliere l’ospedale in cui partorire, sta crescendo sempre di più il numero di gestanti che non si fermano all’ospedale più vicino a casa per avere un figlio.
Per non parlare poi delle grandi città dove sono presenti più punti nascita: in questi casi le voci si rincorrono e una scelta è davvero d’obbligo, ma ragionata.
Scegliere dove partorire: su quali criteri?
Per prima cosa su ciò che ci fa stare più serene: il nostro ginecologo di fiducia lavora in un certo ospedale e ci assicura che partorire lì ci garantirà assistenza e supporto? Vogliamo un ospedale dotato di terapia intensiva neonatale in caso di complicazioni? Preferiamo un ambiente medio-piccolo per non sentirci solo un numero fra i tanti?
Non importa quali siano le nostre motivazioni: partorire in un luogo che ci fa sentire sicure, protette o accolte a seconda di quelle che sono le nostre necessità è fondamentale per vivere un momento così forte nel modo più sereno possibile.
Per orientarci possiamo dare uno sguardo all’Accordo della Conferenza Stato – Regioni sancito il 16 dicembre 2010 «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualita’, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo».
Ecco alcune indicazioni che si possono dedurre dall’Accordo:
1. Prediligere punti nascita con un numero di parti annuo fra i 500 e i 1000 (meglio se più di 1000) e un sistema di trasposto assistito materno (STAM) e neonatale d’urgenza (STEN)
2. Verificare la presenza di procedure di autorizzazione ed accreditamento istituzionale delle strutture sulla base dei criteri di individuazione dei requisiti relativi ai differenti livelli di assistenza ostetrica e neonatale, compreso la definizione delle risorse umane sulla base dei carichi di lavoro, per le varie figure professionali coinvolte nel processo assistenziale;
3. Verificare la presenza di una Carta dei Servizi per il percorso nascita in cui, in conformità ai principi di qualità, sicurezza e appropriatezza siano contenute indicazioni riguardanti almeno:
- informazioni generali sulla operativita’ dei servizi;
- informazioni relative alle modalita’ assistenziali dell’intero
- percorso nascita;
- informazioni sulle modalita’ per favorire l’umanizzazione del
- percorso nascita;
- informazioni sulla rete sanitaria ospedaliera-territoriale e
- sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato atta a
- favorire le dimissioni protette, il sostegno dell’allattamento al
- seno ed il supporto psicologico.
4. Verificare la integrazione territorio-ospedale attraverso la presenza di reti dedicate al tema materno-infantile sulla base della programmazione regionale, la presenza di percorsi assistenziali differenziati che favoriscano la gestione delle gravidanze fisiologiche presso i consultori, utilizzo di una cartella gravidanza-parto-puerperio integrata territorio-ospedale, adozione di strumenti di collegamento e comunicazione tra le diverse strutture ospedaliere e territoriali, diffusione di corsi di accompagnamento alla nascita sul territorio in collaborazione con i punti nascita, dimissioni protette delle puerpere e dei neonati promuovendo il ritorno al territorio (consultorio familiare e pediatra di libera scelta).
5. Verificare la presenza di linee guida in merito alla gestione dei parti cesarei
6. Verificare la presenza di procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto
7. Verificare la formazione degli operatori.
Ricordatevi sempre che è il vostro parto: avete diritto di fare domande e di sentirvi serene!