Capita a tutti di chiedersi se “l’essere così” di una persona, detto in termini più tecnici, la personalità, sia determinata da caratteristiche innate e per questo si manifesti attraverso una certa stabilità ed invariabilità nel tempo, oppure sia determinata da caratteristiche apprese lungo il percorso di vita. Il temperamento di un bambino tranquillo e remissivo è così perché è la sua indole, e quindi avrà sempre questo atteggiamento di base? Oppure il contesto culturale e sociale in cui vive lo ha determinato e può modificarsi? Al contrario, un bambino irrequieto o manesco è tale perché quello è il suo carattere, oppure la famiglia e l’ambiente che frequenta hanno favorito lo sviluppo di tali atteggiamenti?
La ricerca in psicologia da anni tenta di dare una risposta a tali domande. Per lungo tempo si è creduto che l’aspetto biologico, con una forte componente emozionale potesse spiegare il temperamento di un individuo e la sua stabilità sia attraverso il tempo e i contesti nei quali una persona vive. In pratica, esisterebbe un insieme di caratteristiche predeterminate fin dalla nascita che guidano i comportamenti del bambino prima, e dell’adulto poi ma che si sviluppano sempre da una stessa matrice di base, che può essere per esempio la tranquillità, l’irrequietezza, l’attenzione per gli altri, ecc..
Quattro dimensioni di personalità per comprendere le differenze individuali
Studi successivi hanno evidenziato che durante l’infanzia è possibile individuare quattro dimensioni che permettono di comprendere le differenze individuali da bambino a bambino. Tali dimensioni sono:
– Estroversione e Emozioni positive: ovvero l’essere attratto del bambino da ciò che lo circonda. Si osserva nel bambino socievole, ottimista, allegro, dedito ad attività ed in grado di diventare un piccolo capo-gruppo.
–Instabilità emotiva: cioè il mostrarsi irritabile, agitato, suscettibile, reagire in modo negativo ad emozioni spiacevoli. Questa dimensione caratterizza il bambino che non riesce a sopportare e reagire alle frustrazioni, il bambino ansioso e timoroso di instaurare relazioni sociali.
– Coscienziosità e Controllo degli impulsi: l’abilità di gestire i propri impulsi inibendoli e controllando il proprio comportamento. Il bambino con questa caratteristica è determinato nel raggiungimento di un obiettivo, motivato, in grado di reggere la frustrazione e con buone abilità attentive.
– Benevolenza: ovvero la capacità del bambino di stabilire e mantenere relazioni positive con altre persone. Tipa di un bambino che non è aggressivo, capace di collaborare con altri pari, emaptico.
Questi nuovi dati emersi hanno permesso di rivedere alcune posizioni rispetto alle domande precedentemente poste. Si ipotizza che le differenze di personalità tra un bambino e l’altro e in seguito tra un adulto e l’altro siano solamente il risultato di comportamenti derivanti dalle medesime dimensioni di base; ciò significa che è possibile ritrovare le quattro dimensioni di base in tutti i bambini, ma possederne in maggior o minor parte ognuna determina la differenza tra un individuo e l’altro. Inoltre,vivendo in un determinato contesto, il bambino acquisisce competenze e modelli che integra con le proprie tendenze di base dando origine così alla sua individuale ed unica personalità.
Riassumendo possiamo dire che la personalità di una persona, quindi di un bambino prima e di un adulto poi, si struttura su alcune caratteristiche di base che resteranno più o meno stabili nel tempo, ma che integrandosi con gli apprendimenti ambientali potranno dar origine a differenti comportamenti lungo l’arco della vita.