Ed eccoci ad affrontare la ‘paura più paura’ rilevata dal sondaggio:
Pedopornografia, ossia la diffusione di materiale pornografico, con prevalenza di soggetti minori.
È notizia di questi ultimi giorni il caso di download attraverso i software peer-to-peer, come E-mule o Torrent, di video ritraenti neonati oggetto delle più disgustose pratiche sessuali.
Pensare a quanto sia facile per noi, ma anche per i nostri figli, venirne in possesso, anche involontariamente e inconsapevolmente, mi fa rizzare i capelli.
Allora, vediamo con la nostra Chiara, quali possono essere le devianze psicologiche di questo pericolo…
“L’altra sera ero davanti al mio PC, decisa a guardare una puntata di una serie TV americana che avevo perso in TV.
Ho cercato il video in streaming e ho cercato di guardare il programma. Nell’avviare la puntata mi si è aperta una schermata intera, con immagini di sesso esplicite e una frase a tutto schermo che invitava l’utente a cliccare e accedere a contenuti pornografici gratuiti. Il linguaggio era diretto, volgare e molto chiaro.
Questa immagine mi ha molto turbata, anche perché una delle ragazze che compariva era davvero giovane. A quel punto ho lasciato perdere la serie TV e ho iniziato a fare un po’ di prove, aprendo diversi file video su siti differenti, scoprendo che la maggior parte delle volte si aprono pagine legati a siti pornografici oppure legate al gioco d’azzardo: non c’è scampo, se vuoi vedere qualcosa in streaming il rischio è inevitabile!
Ho pensato ai nostri figli preadolescenti e adolescenti, ma anche bambini di 9-10 anni, che spesso navigano on line da soli, cercando materiali video e audio anche per lo studio, velocemente e con facilità.
La probabilità che i ragazzini on line s’imbattano in materiali legati al sesso e pornografici sono piuttosto alte e l’impatto di queste immagini può essere diverso e assumere importanza e intensità diversa.
Che effetto può avere quindi tutto questo sui ragazzi?
Per i più piccoli, inciampare in materiale sessualmente esplicito per sbaglio, può essere fonte di malessere e disagio. Innanzitutto i bambini non capiscono esattamente quello che stanno guardando, perché le forme di affettività e sessualità che immaginano sono limitate all’idea del rapporto sessuale “canonico”, all’unione di due corpi, e non certo all’idea di tutta un’altra serie di pratiche un po’ più “complicate”, che è bene scoprire e sperimentare quando si è decisamente più grandi e con una consapevolezza diversa!
Non capire quello che sta succedendo nelle scene pornografiche suscita nei bambini delle domande a cui danno delle risposte da sé, spesso incomplete o lontane dalla realtà, che portano il bambino a crearsi un’idea della sessualità violenta e slegata dall’affettività.
La curiosità del bambino è comprensibile e legittima, e merita risposte attente, ma non sono molti i bambini che hanno il coraggio di parlare con mamma e papà di pornografia, proprio perché comprendono da soli che si tratta di qualcosa di “sporco”, che non si può dire. Per alcuni bambini le immagini pornografiche possono essere vissute come traumi, soprattutto se molto esplicite e violente.
Per i ragazzini più grandi, pre-adolescenti e adolescenti, le immagini pornografiche possono essere motivo di curiosità, eccitamento e frustrazione. Incontrare per sbaglio immagini di sesso, guardare filmati, leggere frasi esplicite e volgari, può portare i ragazzini ad attraversare diverse fasi: dallo stupore e dal disgusto iniziali si passa alla curiosità, e poi all’eccitazione, per finire inevitabilmente nella ricerca attiva e intenzionale di altro materiale, per soddisfare domande nuove e cercare stimoli diversi. Gli stimoli possono crescere, perché il WEB è ricchissimo di materiale, facilmente reperibile, ed è cosi che qualsiasi adolescente può con facilità cercare e trovare ogni giorno nuovo materiale pornografico (gratuito!).
Tutti noi sappiamo che l’erotismo prima e il porno poi, sono sempre esistiti, che durante la pubertà è assolutamente normale (e sano!) che i ragazzi e le ragazze scoprano la propria sessualità e il proprio corpo, ma negli ultimi 30 anni la forma che ha preso il mercato del sesso è cambiata moltissimo: il linguaggio delle immagini è sempre più esplicito e violento, la gamma di generi e modi di fare sesso è la più svariata, e la possibilità di reperire materiale pornografico è notevole, più facile di bere un bicchier d’acqua!
Questo infinito materiale che circola on line ci pone di fronte al rischio che i ragazzi e le ragazze ne abusino, nel senso che lo utilizzino come punto di riferimento, come modello, e non come semplice diversivo. Questo può quindi comportare il rischio che si crei un’idea di sessualità distante dalla realtà, slegata dalla parte affettiva, dove esistono super uomini e super donne, dove ogni pratica è sdoganata con facilità, e dove i confini personali e intimi non sono riconosciuti e di conseguenza rispettati. Questo per fortuna non accade spesso: i ragazzi quando si sperimentano nella realtà capiscono che le cose sono ben diverse dai porno, ma in alcuni casi può capitare che ambire a quel modello possa portare confusione, frustrazione e malessere. Infine, mi permetto di aggiungere una cosa, che vale sia per i più piccoli che per i più grandi: la pornografia in generale presenta quasi sempre un’idea di sessualità piuttosto violenta, cruda, dove le donne in particolare vengono spesso sottomesse o viste come oggetti/accessori; utilizzare questo materiale per lungo tempo può portare i ragazzi maschi a pensare che le donne cercano e desiderano un certo tipo di sessualità, oppure che una certa dose di violenza possa essere accettabile nelle relazioni di coppia..
Un altro rischio legato all’utilizzo di materiale pornografico on line è proprio l’abuso, ossia il rischio di creare dipendenza. Questo è un fenomeno che sta crescendo piano piano: cercare continuamente nuovo materiale, passando ore e ore al PC, è un rischio reale.
Cosa possiamo fare noi, come figure educative, di fronte a questo scenario? Non vogliamo demonizzare internet e la pornografia perché, anche in questo caso, tutto sta nell’uso che se ne fa degli strumenti e nei limiti che ci si pone.
La prima cosa da fare è monitorare i contenuti che i nostri figli usano; nel caso dei bambini è importante essere presenti e attenti (anche da lontano) quando utilizzano internet, ed essere pronti a intervenire nel caso dovessero incappare in materiale sessualmente esplicito. E’ importante spiegare ai bambini che navigando potrebbero incontrare immagini di donne nude o altro, e che in quel caso devono dirlo alla mamma o al papà. Mamma e papà allora potranno spiegare loro che su internet girano moltissime cose per adulti, immagini che non sono fatte per i bambini perché sono pensate per i grandi. Che riguardano il sesso, e aggiungere un bel discorso sulla coppia, sull’amore e l’affetto. Bisogna chiedere loro se le immagini li hanno infastiditi e spaventati e capire il perché.
Nel caso dei figli adolescenti sarebbe importante cercare di monitorare comunque sempre i tempi in cui stanno al computer o sullo smartphone, e parlare loro in modo diretto del fatto che ciò che possono trovare on line non corrisponde alla realtà, che la sessualità è ben altro, che esiste l’affettività e la coppia si basa su quello.
E’ importante esserci, con loro e per loro, presenti e attenti, silenziosamente e rumorosamente quando necessario. E’ solo attraverso il dialogo e la fiducia che aiuteremo i nostri figli a parlarci i ciò che li preoccupa o li angoscia, per dare loro ascolto e risposte.
Solo conoscendo noi stessi il mondo digitale potremo accompagnarli nell’uso responsabile della rete.
Skipper_Chiara