Si, lo so, alcune di voi stanno già sbarellando leggendo solo il titolo, ma è così: che ci si creda o no il rotolino finito della carta igienica è motivo di litigio in molte coppie.
Ma perché proprio lui?
Apparentemente è un affare innocuo ma di fronte al rotolino finito, uomini e donne tendono ad avere un atteggiamento differente.
Rispetto al rotolino finito alcuni uomini danno fondo a tutta la loro creatività e mio marito è uno di quelli: è come mettere la colla vinilica in mano a Muciaccia o come dare un cadavere ad Hannibal Lecter, mio marito va letteralmente in iper-salivazione da fregola. Io invece do’ di matto.
Lui, lei e il rotolino: dalla creatività all’incazzatura
Col rotolino finito lui ci fa di tutto: lo usa come ferma porta/ferma finestra. Perché usare la forza di gravità quando puoi incastrare del cartoncino tondo ovunque? È pure eco friendly.
Alcuni lo usano come cannocchiale per fissare la porta e guardare se stai arrivando imbufalita e succede nove volte su dieci quando gli strappi il giocattolo.
Quando sono in vena di fare i sadici lo lasciano appoggiato sulla finestra e ci mettono dentro quello che andrebbe buttato: cotton-fioc, carta, pezzi di unghie, lamette… e sanno perfettamente che appena lo alzerai per cestinarlo tutto quello che c’è dentro cadrà rovinosamente a terra, facendoti infuriare il quadruplo.
Alcuni, quando sono in vena di romanticismo tentano di correre ai ripari mettendoci qualcosa di carino, tipo dei fiorellini estirpati dal vaso sulla finestra.
I più temerari credo abbiano più volte tentato anche con la telecinesi: lo fissano ore nel disperato tentativo di farlo spostare con la forza del pensiero, si rendessero conto che basta prenderlo in mano faremmo prima. Ma “la forza sia con voi” è qualcosa di troppo motivante per non provarci.
Poi ci sono le giornate in cui l’indifferenza domina rispetto all’indifferenziata: non se ne accorgono. Se chiedi “ma il rotolino? Lo teniamo?” si guardano attorno smarriti. È così: a detta di molte amiche che condividono con me l’amletico dubbio, alcuni uomini – non tutti per fortuna – non vedono quello come non vedono mille altri piccoli lavori casalinghi che non costano fatica me chissà perché non vengono fatti.
Poi ci sono gli emotivi, quelli che lo tengono perché è come uno di famiglia. Perché lo vuoi buttare? E se respira?
Poi ci sono io. Cosa ne faccio del rotolino? Di media lo acciuffo, al massimo se è periodo di ciclo ci arrotolo dentro l’assorbente sporco per occultarlo e poi cestino tutto senza mai dimenticarmi di mettere il rotolo nuovo a portata di mano, anche se non sarò io quella che userà il bagno subito dopo. Perché rotolino vuoto chiama rotolone nuovo pieno. Perché io non posso fare l’elicotterino col pisello e non avere la carta a portata di mano è scomodo. Perché io non posso fare lo scrollino, al massimo lo shake, e non è che il risultato sia lo stesso.
C’è solo un posto dove deve stare il rotolino finito della carta igienica, e quel posto è il cestino.
Ditemi la verità: anche per voi il rotolino finito della carta igienica è motivo di scontro? Ma perché la prendiamo davvero in modo così diverso? Non sarebbe più semplice buttarlo?
Vuoi proprio sapere che fine fanno i nostri rotolini? Stazionano, per un periodo non propriamente definito (spesso mesi) sul termosifone. E quindi? Quindi, uno oggi uno domani, viene fuori una bella piramide. E alla fine? Alla fine, capita quel giorno di sclero durante il quale prendo il calendario e faccio l’appello tirando giù la qualunque e quei fantastici rotoloni o vengono lanciati tipo coltelli o vengono gettati da un coinquilino con la faccia da cane bastonato. Quando mi gira bene li recupero per fare delle macchinine, oppure degli animaletti (questo quando sono nel food DIY). Visto che non ho mai troppo tempo li accantono in un posto tranquillo. E quanto stanno lì? Per una vita. E cosa fanno lì? Alla fine una piramide più bella di quella che era in bagno. E il coinquilino? Guai se fiata… ahahahahahahahahahah
AH!AH! Donatella, ti stimo! :D