Lunedì scorso vi ho raccontato come avvengono gli scatti d’ira a casa nostra nel post “Scatti d’ira e rabbia: frustrazione per i bambini, banco di prova per i genitori“. Oggi vi racconto come, nel nostro piccolo, cerchiamo di affrontare questi scatti d’ira e di rabbia nei nostri bambini.
Fortunatamente la Grande, alla soglia dei cinque anni e mezzo, sta imparando a gestire gli scatti d’ira che spesso hanno il sopravvento su di lei; ma per il Piccolo no, siamo ancora lontano da questo tanto ambito momento in cui, scatti d’ira e rabbia potranno essere gestiti quasi in piena autonomia. Il Piccolo ha ancora bisogno di essere “preso per mano” ed accompagnato nel superamento del momento. Non sempre riesco, anzi, a questo giro parlo al plurale e metto nel cerchio anche mio marito il Mammo. Dunque, come dicevo, non sempre ci riusciamo e spesso (fortunatamente a giro) ci facciamo prendere dallo sconforto e dai sensi di colpa per la cattiva gestione degli scatti d’ira nel bambino.
Questo perché trovare quali siano i comportamenti corretti o le giuste parole da utilizzare perché il Piccolo possa ritrovare la calma, non sempre sono facili da intuire e per questo ho letto diversi libri.
Cosa comune in tutti sono gli errori da evitare: nello specifico 3.
- Punizione durante lo scatto d’ira
- Ignorarlo, facendo finta di nulla
- Dilungarsi in eccessive spiegazioni
La strada che invece in tutti i libri ho trovato comune è l’accettazione del momento d’ira, senza però farci coinvolgere.
Certo, più facile a dirsi che a farsi direte voi. E lo dico anch’io. Come spesso ho raccontato, io perdo la pazienza molto in fretta, quindi quest’ultimo punto non sempre mi riesce perfettamente, ma cosa ci volete fare, sono solo una mamma diversamente perfetta :).
Quindi qual è il giusto atteggiamento da avere durante gli scatti d’ira o di rabbia dei nostri bambini? Rimanergli accanto, permettendo che si sfoghi, per la decina di secondi o i pochi minuti della crisi. Accanto a lui/lei sì, ma senza cedere alle richieste, soprattutto se riguardano il motivo che ha fatto esplodere la rabbia in lui. Se rivolgiamo la parola va fatto senza gridare, cercando di mantenere la calma.
Il tutto sempre tentando di infondere il lui la sicurezza della nostra presenza; perché è proprio in questi momenti che i nostri cuccioli hanno bisogno di avere la certezza che nonostante tutto, la mamme ed il papà ci sono sempre e sempre al suo fianco, pronti ad abbracciarlo appena lui manifesti la necessità di calore per calmarsi.
Come dicevo, piccoli accorgimenti non sempre facili da attuare; però la cosa che mi dico spesso è: se noi per primi, alla veneranda età di 38 anni, non riusciamo a controllarci, come possiamo pensare che ci riesca un bambino che non arriva neanche a un sesto della nostra età?
Voi cosa ne pensate, avete dei consigli da darmi o da condividere?
È esattamente ciò che faccio io con mio figlio di 2 anni e mezzo,senza ottenere alcun risultato se non dopo molti..moltissimi minuti…mentre lui urla piange mi caccia letteralmente e fisicamente via!e quanto è dura trattenere la propria rabbia,quanto sarebbe piu facile prendere la porta e sparire!trovo che questi siano i momenti piu frustranti per una madre che si dedica anima e corpo al proprio figlio.
Chiara come comprendo la tua frustrazione! Hai perfettamente ragione nel dire che è un processo lungo ed estenuante. Anche a me capita (senza evitare sensi di colpa) di avere un forte desiderio di scappare. Io ho risolto ritagliandomi, all’occorrenza, un’uscita con le amiche, magri per un cinema. Tu, invece come riesci a gestire questa cosa?