Ci sarà una volta. Favole e mamme in ambulatorio è il titolo di un libro che, come definisce l’autore pediatra, musicista e scrittore Andrea Satta
più che il titolo di un libro è il titolo di un pensiero che abbiamo fatto insieme a tante mamme, italiane e straniere, nel mio ambulatorio di pediatra…
Le mamme del pediatra Satta, perché lui le definisce “le mie mamme”, provengono da 35 paesi diversi. Il 40% delle nascite sono straniere.
È da questa multietnicitá e durante un incontro con una di queste mamme che nasce l’idea del libro Ci sarà una volta..
Un giorno si reca da lui la mamma di Mohamed per farlo visitare, lei è africana e parla italiano con la cadenza propria della sua lingua, durante la visita confidò al dottore, di non avere amiche in terra italiana, se non le uniche sue compagne di immigrazione con cui venne in Italia anni prima. Poi qualche parola scambiata con le mamme all’uscita della scuola. Ma solo con alcune. Non con tutte. Questa il massimo della socializzazione ed integrazione per la nostra amica mamma africana.
Così, il medico Satta specializzato in pediatria preventiva e sociale, ha l’idea di rendere il “sociale”, legato alla sua specializzazione, in qualcosa di tangibile proponendo alle “sue mamme” di raccontare ad altre, una storia: la storia con cui si addormentavano quando erano piccine.
Un’esperienza multiculturale, dove una volta a settimana le mamme di ogni etnia si trovavano e trovano tutt’ora, nello studio del pediatra per raccontare la loro favola, un po’ nella loro lingua e un po’ nell’italiano che conoscono.
All’inizio forse qualcuno aveva un po di timidezza un po’ di diffidenza, vedersi col chador sotto la lampada del lettino girata come fosse un piccolo spot, raccontare ad altre mamme e bambini, non era un’esperienza provata. Adesso invece c’è la lista d’attesa.
Raccolte ed ascoltate centinaia di favole venne automatico pensare di volerle racchiudere in un libro così, da condividere queste esperienze con tante altre persone. Portarle nelle case di altre famiglie e raccogliere anche un piccolo sostegno dedicato ai bambini, tant’è che i proventi di questo libro sono destinati al Centro pediatrico di Emergency per i bambini del campo profughi Mayo, in Sudan.
Un libro questo che racconta molto più di quello che c’è scritto. Storie e culture differenti da quelle che noi italiani conosciamo. Un’iniziativa questa, che ci avvicina sempre più ad essere un paese civilmente multietnico.
Voi scambiate i racconti con le mamme straniere compagne dei vostri bambini?